ECONOMIA &LAVORO

 
 
 
 
HOME DEL DOSSIER

L'uomo che negli Usa sposta le raffinerie

di Emilio Bonicelli

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
19 gennaio 2010


Il 2010 si è aperto con lo spostamento dell'intera sezione di poppa di una nave: un "giocattolo" da 5.200 tonnellate. Per trasportarlo è stata necessaria una piattaforma con 240 assi e 960 ruote. Normale routine per chi ha alle spalle molti record, come il sollevamento del modulo più pesante mai movimentato al mondo con un'unica operazione: 32mila tonnellate in una volta.
La Fagioli è un'azienda familiare di Sant'Ilario, tra Parma e Reggio: in otto anni si è trasformata passando da impresa in declino, operante nei trasporti, a gruppo internazionale specializzato nel progettare e realizzare la movimentazione di componenti eccezionali per peso e dimensioni.
Ha appena ottenuto l'appalto del governo canadese per il sollevamento dal mare e la messa in cantiere di sottomarini militari. Con i sottomarini la Fagioli si era già cimentata nel 2005: trasportò il sommergibile Enrico Toti al Museo della scienza e della tecnica di Milano.
Per la società, presieduta da Alessandro Fagioli, la svolta è del 2002 con la nascita di una task force di dieci ingegneri (oggi sono più di trenta). L'obiettivo era quello di proporre soluzioni di trasporto veloci ed economiche. La Fagioli si è proposta come partner ingegneristico, affiancando il cliente nella fase d'ideazione e progettazione di grandi manufatti. L'opera da costruire, dal ponte all'impianto energetico, viene suddivisa in moduli, ognuno dei quali può essere ultimato anche in stabilimenti lontani tra loro. La Fagioli provvede poi al trasporto e all'assemblaggio con risparmio di tempo e di costi rispetto alle modalità tradizionali.
Sono state ideate e brevettate anche nuove forme di sollevamento per fare quello che una gru, anche di grandi dimensioni, non può fare. «Applichiamo le soluzioni più avanzate per rendere più sicure e veloci operazioni che altrimenti richiederebbero costi, rischi e tempi maggiori», il direttore generale Moreno Massetti.
La formula di progettare con il cliente per realizzare più in fretta movimentando moduli completi ha consentito alla Fagioli di sconfiggere la concorrenza degli altri competitori mondiali. Di recente l'azienda ha vinto l'appalto per il trasporto dei 300 moduli necessari alla costruzione di una delle più grandi raffinerie Usa. I manufatti, realizzati in Louisiana, prima via mare e poi in quindici giorni di navigazione lungo il Mississippi, vengono portati a Sant Louis, nell'Illinois, dove sorgerà la raffineria. «Siamo stati preferiti ai concorrenti – racconta Fabio Belli, ad della Fagioli – perché siamo l'unica società che sa svolgere tutto il processo, dalla progettazione all'imbarco, dalla navigazione in mare a quella fluviale, dalla messa a terra all'installazione, fino all'assemblaggio completo».
La Fagioli è cresciuta (+10%) anche nel 2009 con un giro d'affari che ha sfiorato i 200 milioni di euro. Il 2010, per il perdurare della crisi sulle grandi opere, si preannuncia in salita: l'obiettivo è quello di mantenere inalterata la redditività, con Ebitda a quota 25 milioni. Significativi gli investimenti in corso: circa 60 milioni per il triennio 2008-2010.
Dietro l'angolo c'è una forte crescita internazionale, mantenendo lungo la via Emilia ideazione, progettazione e controllo. Dopo aver avviato sedi operative negli Stati Uniti, nel Nord ed Est Europa, sono state siglate joint venture paritetiche con operatori in Corea del Sud e negli Emirati Arabi. Tra le aree di espansione, sul fronte dei grandi impianti energetici, vi è l'Africa, a iniziare da Algeria e Angola. Al via un accordo per l'installazione di mulini da mille tonnellate l'uno in una miniera dell'Australia.
Molte le commesse importanti di questi anni: da Parigi è arrivato il premio Trasporto del 2008 per l'installazione del ponte sull'autostrada del Brennero all'altezza di Trento (movimentando e unendo con precisione millimetrica due componenti da 114 metri e oltre mille tonnellate l'uno); a Palm Spring in California l'azienda si è aggiudicata il premio Scra-Rigging job of the year 2008, per il contributo dato alla costruzione del rigassificatore di Rovigo, trasportando e collocando sulla piattaforma in cemento moduli da 10mila tonnellate l'uno.
Molte le nuove sfide. Si studia il sollevamento a 200 metri di altezza di una copertura da 400 tonnellate che completerà uno dei grattaceli milanesi progettati per l'Expo 2015, la movimentazione in Corea del Sud di una struttura da 38mila tonnellate.
La fucina di Sant'Ilario non smette di produrre progetti: «Stiamo mettendo a punto un metodo per montare le torri alte 320 metri del ponte di Messina», conclude il direttore ingegneria, Andrea Massera.

19 gennaio 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-